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ruta_crnoja's review against another edition
challenging
dark
emotional
hopeful
informative
inspiring
reflective
sad
fast-paced
5.0
...vjerujem da postoje ljudi čija je srž napuknuta praktički od početka, koji unatoč svojem trudu, hrabrosti, dobroj volji, ne mogu istinski živjeti...
kirsten0929's review against another edition
3.0
Translated from French. I think calling this a memoir is misleading as it was about well, lives other than his own. The first fifth is about being in Sri Lanka for the 2004 tsunami and a couple who lose their four year older daughter in it. And the rest of the book is about his sister-in-law who dies of cancer at a young age and the people in her orbit. Quite a bit (too much?) is devoted to the legal work she did involving credit companies. So if you’re looking to learn more about Carrére’s own story, don’t look here. But if you’re looking for topnotch writing and a deep dive into one of our greatest fears, losing a beloved too soon, this is a good choice.
[I just noticed that an earlier edition of this book did not title it a memoir, so I'm not sure why that was added for this edition.]
[I just noticed that an earlier edition of this book did not title it a memoir, so I'm not sure why that was added for this edition.]
adelesaintamand's review against another edition
challenging
dark
emotional
hopeful
informative
inspiring
reflective
sad
slow-paced
4.25
mchl_btt's review against another edition
5.0
A tutti fa paura la morte, sia quella improvvisa e inaspettata dovuta a un evento disastroso, che quella lunga e sfiancante associata a una malattia terminale. Se tutte e due queste situazioni ci spaventano per la loro imprevedibilità, allora Carrere decide di affrontarle entrambe, partendo da esperienze vissute direttamente, con tutta l'empatia che non è stata riservata a Jean-Claude Romand nell'Avversario. Anche in questo caso il libro è una spirale verso l'abisso, ma è anche un libro sulle relazioni, sull'amore, sull'amicizia, su quello che rimane dopo la morte. Come si continua a vivere dopo aver affrontato la morte di un figlio o di una madre? Forse sperando basti il qui e ora.
Preparate i fazzoletti, serviranno, ma come con qualsiasi libro di Carrere non sarete in grado di metterlo giù fino alla fine.
Preparate i fazzoletti, serviranno, ma come con qualsiasi libro di Carrere non sarete in grado di metterlo giù fino alla fine.
dellaposta's review against another edition
5.0
I am generally not drawn to the sub-genre of memoirs about death. What elevates this book for me, however, was Carrere’s insistence on a particularly disarming kind of emotional honesty. The book is hard to describe but really worth reading. I found it completely gripping.
teatoto's review against another edition
5.0
È stupendo, straziante, che scrittura magnifica! Che maestria Carrere! Si riconferma, con questo libro, uno dei miei nuovi autori preferiti! ❤️
chiara029's review against another edition
challenging
dark
informative
reflective
sad
fast-paced
5.0
Mi irrita tanto quando qualcuno dice che siamo liberi, che sta a noi decidere di essere felici, che è una scelta morale. I professori di allegria per i quali la tristezza è un sentimento di cattivo gusto, la depressione un segno di pigrizia, la malinconia un peccato. Sono d’accordo, è un peccato, forse addirittura il peccato mortale, ma ci sono persone che nascono peccatrici, che nascono dannate, e non c’è sforzo, coraggio o buona volontà che possa strapparle alla loro condizione.
Perché se cominciamo a pensare: “Non ne posso più”, dopo un po’ ci ritroviamo a pensare: “Non è giusto” e: “Potrei avere un’altra vita”. E questi pensieri sono insopportabili. Se cominciamo a dirci: “Non è giusto”, non riusciamo più a vivere. Se cominciamo a dirci che la vita potrebbe essere diversa, che potremmo correre come tutti gli altri per prendere il metro o giocare a tennis con i nostri figli, la vita diventerebbe uno schifo. “Non ne posso più”, e dietro “Non ne posso più”, “Non è giusto”, e dietro “Non è giusto”, “La vita potrebbe essere diversa” - sono tutti pensieri che non portano a niente. E tuttavia sono pensieri che esistono e non ci fa bene neanche investire tutte le nostre energie per fare finta che non esistano. È complicato arrivare a un compromesso con questo genere di pensieri.
Perché se cominciamo a pensare: “Non ne posso più”, dopo un po’ ci ritroviamo a pensare: “Non è giusto” e: “Potrei avere un’altra vita”. E questi pensieri sono insopportabili. Se cominciamo a dirci: “Non è giusto”, non riusciamo più a vivere. Se cominciamo a dirci che la vita potrebbe essere diversa, che potremmo correre come tutti gli altri per prendere il metro o giocare a tennis con i nostri figli, la vita diventerebbe uno schifo. “Non ne posso più”, e dietro “Non ne posso più”, “Non è giusto”, e dietro “Non è giusto”, “La vita potrebbe essere diversa” - sono tutti pensieri che non portano a niente. E tuttavia sono pensieri che esistono e non ci fa bene neanche investire tutte le nostre energie per fare finta che non esistano. È complicato arrivare a un compromesso con questo genere di pensieri.