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anastasiarozova's review against another edition
4.0
So, I went into this book knowing that a lot of people hated it in school, and most of them never reread it and hate it still. My luck is that I've never read it in school. But I've read it now.
And I liked it! Unexpectedly, even though I've been spoiled a few main plot points, it was still really, really good. Yes, it took me a while to finish, but classics are rarely fast-paces anyway, especially Oblomov, with its pacing matching the life of the main character.
And characters, I finally actually cared for what was gonna happen to them, what they were gonna do, how they were gonna react. For the amount of classic books I read in my university years, ii happens that I like a book, but I rarely CARE. Another surprise from Goncharov.
I got really tired of Turgenev with his repetetive ideas, even though I liked some of his novels, this was a nice change. I also fancied Goncharov's writing style, so when I have time in the future, I wanna read his other novels. They're definitely in my long-list now.
And I liked it! Unexpectedly, even though I've been spoiled a few main plot points, it was still really, really good. Yes, it took me a while to finish, but classics are rarely fast-paces anyway, especially Oblomov, with its pacing matching the life of the main character.
And characters, I finally actually cared for what was gonna happen to them, what they were gonna do, how they were gonna react. For the amount of classic books I read in my university years, ii happens that I like a book, but I rarely CARE. Another surprise from Goncharov.
I got really tired of Turgenev with his repetetive ideas, even though I liked some of his novels, this was a nice change. I also fancied Goncharov's writing style, so when I have time in the future, I wanna read his other novels. They're definitely in my long-list now.
djjxen's review against another edition
emotional
reflective
slow-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
4.5
this made me get out off the bed and go meet other people ngl
anyways i really loved how goncharov depicted oblomov. i will defend him for the rest of my life i guess and fight with those who say that he NEEDED to live like his friend
anyways i really loved how goncharov depicted oblomov. i will defend him for the rest of my life i guess and fight with those who say that he NEEDED to live like his friend
peterrrrr2's review against another edition
funny
sad
slow-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.5
notter's review against another edition
emotional
reflective
sad
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? No
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
3.5
dennyb1's review against another edition
5.0
Leggendo Oblomov mi sono riconosciuto nel protagonista e mi sono ritrovato a fare autoanalisi, criticando certi aspetti, ma elogiandone tanti altri.
Oblomov è un uomo buono, generoso, dal cuore nobile “profondo come un pozzo” e dotato di un mondo interiore sconfinato. Oblomov ha l’anima di un poeta ed è il maestro nel posporre.
C’è da rispondere alla lettera dello starosta? Lo si può fare dopo… o mai.
C’è da organizzare la vita in campagna? C’è tempo.
C’è da sposare una graziosa fanciulla che ha aperto il suo giovane cuore? Meglio vederla il meno possibile, sia mai che qualcuno chiacchieri, e poi c’è tempo.
Da una parte avrei voluto scuotere Oblomov, costringerlo a sbrigare tutto quanto per poi godersi il riposo prolungato, e dall’altra capivo il suono sordo del battere del suo cuore: perché affannarsi? Perché screziare di toni scuri un quadro domestico luminoso, almeno per il momento?
“Oblomovismo” lo chiama Stol’c.
Finisce per chiamare così anche Oblomov stesso la sua condizione, il suo essere “morto dentro”, il non avere aspirazioni, ambizioni, tutto ciò che ha a che fare con un’azione diretta che vada a stravolgere la sua quotidianità, lo scorrere sempre uguale dei suoi giorni.
Forse Oblomov ha semplicemente paura di vivere.
Forse Oblomov ha capito prima di tutti, prima del tempo, che è inutile perdere le proprie energie dietro alla cosa più inutile del mondo: il lavoro. (Eh certo, può fregarsene perché è ricco, ma attenzione: quando il suo migliore amico dice, facendomi gelare il sangue, che la vita è lavoro, Oblomov gli risponde con una domanda: allora quando si inizia a vivere?). La paura che molti di noi hanno di non combinare nulla nella vita, di non venire ricordati, di passare gli anni migliori facendo un lavoro insopportabile che non porterà a nulla se non all’infelicità perenne, la paura della società che imbruttisce l’anima.
In questo Oblomov è un romanzo straordinariamente moderno: sembra scritto per i nostri tempi, per noi che dobbiamo sottostare alla schiavitù del lavoro, per tutti quelli che sognerebbero di avere il tempo per vivere, finalmente, per coltivare i propri placidi sogni.
Ma è moderno anche per ciò che Goncarov scrive sul conto della donna: cioè, nel 1859 il personaggio di un libro è talmente ammirato dalla mente della sua donna che la vorrebbe come “madre-creatrice che avrebbe partecipato alla vita morale e sociale di un’intera e felice generazione”. Splendido.
E in ultimo è sorprendente per la caratterizzazione dei personaggi le cui esperienze vanno a forgiare pensieri nuovi e vividi o semplicemente fa vivere situazioni che mai si sarebbero aspettati di vivere (dico a te, Stol’c).
Per quanto possa sembrare anacronistico, dopo tutti questi pensieri sparsi, Oblomov è un insospettabile inno alla vita: se si riesce a ottenere un minimo di equilibrio, salvaguardando il proprio tempo, e se si arriva a provare un minimo di soddisfazione, allora non ne sarà andata sprecata neanche una goccia.
Oblomov è un uomo buono, generoso, dal cuore nobile “profondo come un pozzo” e dotato di un mondo interiore sconfinato. Oblomov ha l’anima di un poeta ed è il maestro nel posporre.
C’è da rispondere alla lettera dello starosta? Lo si può fare dopo… o mai.
C’è da organizzare la vita in campagna? C’è tempo.
C’è da sposare una graziosa fanciulla che ha aperto il suo giovane cuore? Meglio vederla il meno possibile, sia mai che qualcuno chiacchieri, e poi c’è tempo.
Da una parte avrei voluto scuotere Oblomov, costringerlo a sbrigare tutto quanto per poi godersi il riposo prolungato, e dall’altra capivo il suono sordo del battere del suo cuore: perché affannarsi? Perché screziare di toni scuri un quadro domestico luminoso, almeno per il momento?
“Oblomovismo” lo chiama Stol’c.
Finisce per chiamare così anche Oblomov stesso la sua condizione, il suo essere “morto dentro”, il non avere aspirazioni, ambizioni, tutto ciò che ha a che fare con un’azione diretta che vada a stravolgere la sua quotidianità, lo scorrere sempre uguale dei suoi giorni.
Forse Oblomov ha semplicemente paura di vivere.
Forse Oblomov ha capito prima di tutti, prima del tempo, che è inutile perdere le proprie energie dietro alla cosa più inutile del mondo: il lavoro. (Eh certo, può fregarsene perché è ricco, ma attenzione: quando il suo migliore amico dice, facendomi gelare il sangue, che la vita è lavoro, Oblomov gli risponde con una domanda: allora quando si inizia a vivere?). La paura che molti di noi hanno di non combinare nulla nella vita, di non venire ricordati, di passare gli anni migliori facendo un lavoro insopportabile che non porterà a nulla se non all’infelicità perenne, la paura della società che imbruttisce l’anima.
In questo Oblomov è un romanzo straordinariamente moderno: sembra scritto per i nostri tempi, per noi che dobbiamo sottostare alla schiavitù del lavoro, per tutti quelli che sognerebbero di avere il tempo per vivere, finalmente, per coltivare i propri placidi sogni.
Ma è moderno anche per ciò che Goncarov scrive sul conto della donna: cioè, nel 1859 il personaggio di un libro è talmente ammirato dalla mente della sua donna che la vorrebbe come “madre-creatrice che avrebbe partecipato alla vita morale e sociale di un’intera e felice generazione”. Splendido.
E in ultimo è sorprendente per la caratterizzazione dei personaggi le cui esperienze vanno a forgiare pensieri nuovi e vividi o semplicemente fa vivere situazioni che mai si sarebbero aspettati di vivere (dico a te, Stol’c).
Per quanto possa sembrare anacronistico, dopo tutti questi pensieri sparsi, Oblomov è un insospettabile inno alla vita: se si riesce a ottenere un minimo di equilibrio, salvaguardando il proprio tempo, e se si arriva a provare un minimo di soddisfazione, allora non ne sarà andata sprecata neanche una goccia.
mrs_schwarz's review against another edition
5.0
So underrated. ♥️
« Oblomov » is written in such a wonderful style that you almost feel physically the change of scenery when the story swings between Oblomov and Stolz, you almost smell the air in the Agafia Pshenitsina’s kitchen and taste of her dishes, you almost fall in love in the same manner as each of the characters does, you walk in the shoes of each of them despite the contrast of their visions and desires.
Strong women, men in love, comedy, love of life, dullness, idleness, ideals, friendship, worship. This classic has it all.
« Oblomov » is written in such a wonderful style that you almost feel physically the change of scenery when the story swings between Oblomov and Stolz, you almost smell the air in the Agafia Pshenitsina’s kitchen and taste of her dishes, you almost fall in love in the same manner as each of the characters does, you walk in the shoes of each of them despite the contrast of their visions and desires.
Strong women, men in love, comedy, love of life, dullness, idleness, ideals, friendship, worship. This classic has it all.
brunogcarr's review against another edition
5.0
Muito bom. Parece até contagioso: fiquei com vontade de me deitar e ficar a pensar no livro toda a tarde.