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A review by melanto_mori
Fanteria dello spazio by Robert A. Heinlein, Franco Brambilla
2.0
Ci sono tanti sentimenti contrastanti in questa lettura, ma la delusione ha vinto sul resto.
Ho amato tantissimo il film di Verhoeven. E' una critica intelligente e feroce allo stesso tempo, ma comunque ti fa appassionare a ciò che sta succedendo e tifare pure per gli sfigati che ci incappano nel mezzo.
Quando mi sono approcciata al romanzo, invece, sapevo di dovermi aspettare qualcosa di diverso e figlio del 1959, accompagnato da una figura contrastante come quella dell'autore Heinlein.
Di certo mi ha sorpreso sia che fosse in prima persona, sia che avesse uno stile così attuale. Mi ero aspettata qualcosa di un po' più articolato, invece è davvero semplice (pure troppo a volte).
Il problema è tutto il resto.
Il testo è un intero "tell". Di "show" se ne vede pochissimo e per lo più concentrato verso il finale. Ciò ha reso la lettura noiosa e lenta in maniera inaspettata. Ero stata quantomeno certa che mi sarei trovata davanti un certo dinamismo e invece...
La seconda nota dolente sono gli spiegoni.
Enormi, lunghi, sbrodolosi spiegoni filosofici.
E' su questo che alla fine si basa tutta la crescita di Johnny Rico: sugli spiegoni dei suoi superiori e insegnati, che gli fanno capire (cioè, praticamente glielo fanno inghiottire a cucchiaiate) l'importanza del fare, dell'essere partecipe e rimboccarsi le maniche per la sopravvivenza della società, ma anche quanto questo sia un lavoro duro e per pochi: cioè per chi dimostra davvero di volerlo e saperlo fare. E per chi riesce a sopravvivere, è ovvio, perché sempre e comunque la Fanteria è carne da macello e questo non lo cambierà niente e nessuno.
Chi decide di fare i due anni come militare per accaparrarsi il diritto di essere riconosciuto come cittadino e poter avere potere decisionale nello sviluppo sociale viene scoraggiato con tutti i mezzi possibili, per testare fino in fondo la perseveranza e l'intenzione dei candidati.
Nel corso dell'addestramento e poi della scalata ai gradi militari - che però precludono il diritto di voto, fintanto che si procederà con la carriera militare, anche dopo i due anni obbligatori. Attenzione! Questo è importantissimo, per me! - viene insegnato il senso di responsabilità che la scelta di essere militare/pilota/ecc comporta e il senso di appartenenza al proprio gruppo.
La Fanteria Spaziale Mobile diviene famiglia, ragione, esclusività. Sei nella fanteria sei un fratello, ma se sei fuori non mi farei guardare mai le spalle da te. E questo Johnny lo dice proprio. Si segna quindi la differenza tra ciò che è stata niente più che la scelta impulsiva di un ragazzino appena maggiorenne e ciò che inizia a diventare la consapevolezza del proprio ruolo.
Dopotutto, Fanteria dello Spazio è un romanzo di formazione, ma ci sono stati troppi buchi, troppi salti, troppo affrettare nel raccontare che in certi punti l'ho trovato davvero davvero carente. Ed è un peccato, perché poteva essere un Librone con la maiuscola.
L'importanza del fatto che un militare fintanto che lo è non possa votare - e quindi usufruire di quei privilegi che l'essere cittadino comporta - è legata a ciò che è stato detto di Heinlein, del fatto che fosse fascista, misogino e pure omofobo. Oggettivamente da un lato c'è questo "amor di patria" che potrebbe essere molto fascio, la critica alle democrazie, al pacifismo e così via, ma dall'altro proprio il fatto che il governo NON sia un governo militare (vengono criticate pure le dittature, eh!) e che gli stessi militari siano esclusi dai poteri fino a che non dismettano divisa e gradi invece lo discosta del tutto (anche perché si presume che l'esperienza militare faccia acquisire ai cittadini una consapevolezza enorme rispetto ai civili, che i fasci non hanno, quindi...).
Per quanto riguarda la misoginia: mah. Questo romanzo è del 1959 e seppure nel film venga mostrata una parità di genere altissima, nel romanzo rimane comunque una sorta di divisione tra compagine maschile e femminile. Non perché le donne non possano assumere ruoli di comando - lo fanno! - ma proprio nelle interazioni tra soldati donne e soldati uomini. Non ho letto di fanti donne, ma solo di marinai donne, per esempio. E non si addestrano insieme, ma sulle navi hanno aree separate. Ecco, questo mi sembra ancora figlio del tempo di pubblicazione del libro, più che di misoginia (mi ha urtata un po' questa figura mistica della donna, stile angelo illuminante della vita di 'sti fanti che, poracci, campano a pippe!).
In merito all'omofobia non ho trovato riferimenti, ma so che in altre opere ne ha fatti, quindi magari dovessi leggere altro di Heinlein vedrò.
Infine, riassumendo: il film ha uno sviluppo più ordinato, coinvolgente e meglio narrato, a dispetto del libro che è un insieme di spiegoni e tell, tell, teeeeell.
Un gran peccato :/
Ho amato tantissimo il film di Verhoeven. E' una critica intelligente e feroce allo stesso tempo, ma comunque ti fa appassionare a ciò che sta succedendo e tifare pure per gli sfigati che ci incappano nel mezzo.
Quando mi sono approcciata al romanzo, invece, sapevo di dovermi aspettare qualcosa di diverso e figlio del 1959, accompagnato da una figura contrastante come quella dell'autore Heinlein.
Di certo mi ha sorpreso sia che fosse in prima persona, sia che avesse uno stile così attuale. Mi ero aspettata qualcosa di un po' più articolato, invece è davvero semplice (pure troppo a volte).
Il problema è tutto il resto.
Il testo è un intero "tell". Di "show" se ne vede pochissimo e per lo più concentrato verso il finale. Ciò ha reso la lettura noiosa e lenta in maniera inaspettata. Ero stata quantomeno certa che mi sarei trovata davanti un certo dinamismo e invece...
La seconda nota dolente sono gli spiegoni.
Enormi, lunghi, sbrodolosi spiegoni filosofici.
E' su questo che alla fine si basa tutta la crescita di Johnny Rico: sugli spiegoni dei suoi superiori e insegnati, che gli fanno capire (cioè, praticamente glielo fanno inghiottire a cucchiaiate) l'importanza del fare, dell'essere partecipe e rimboccarsi le maniche per la sopravvivenza della società, ma anche quanto questo sia un lavoro duro e per pochi: cioè per chi dimostra davvero di volerlo e saperlo fare. E per chi riesce a sopravvivere, è ovvio, perché sempre e comunque la Fanteria è carne da macello e questo non lo cambierà niente e nessuno.
Chi decide di fare i due anni come militare per accaparrarsi il diritto di essere riconosciuto come cittadino e poter avere potere decisionale nello sviluppo sociale viene scoraggiato con tutti i mezzi possibili, per testare fino in fondo la perseveranza e l'intenzione dei candidati.
Nel corso dell'addestramento e poi della scalata ai gradi militari - che però precludono il diritto di voto, fintanto che si procederà con la carriera militare, anche dopo i due anni obbligatori. Attenzione! Questo è importantissimo, per me! - viene insegnato il senso di responsabilità che la scelta di essere militare/pilota/ecc comporta e il senso di appartenenza al proprio gruppo.
La Fanteria Spaziale Mobile diviene famiglia, ragione, esclusività. Sei nella fanteria sei un fratello, ma se sei fuori non mi farei guardare mai le spalle da te. E questo Johnny lo dice proprio. Si segna quindi la differenza tra ciò che è stata niente più che la scelta impulsiva di un ragazzino appena maggiorenne e ciò che inizia a diventare la consapevolezza del proprio ruolo.
Dopotutto, Fanteria dello Spazio è un romanzo di formazione, ma ci sono stati troppi buchi, troppi salti, troppo affrettare nel raccontare che in certi punti l'ho trovato davvero davvero carente. Ed è un peccato, perché poteva essere un Librone con la maiuscola.
L'importanza del fatto che un militare fintanto che lo è non possa votare - e quindi usufruire di quei privilegi che l'essere cittadino comporta - è legata a ciò che è stato detto di Heinlein, del fatto che fosse fascista, misogino e pure omofobo. Oggettivamente da un lato c'è questo "amor di patria" che potrebbe essere molto fascio, la critica alle democrazie, al pacifismo e così via, ma dall'altro proprio il fatto che il governo NON sia un governo militare (vengono criticate pure le dittature, eh!) e che gli stessi militari siano esclusi dai poteri fino a che non dismettano divisa e gradi invece lo discosta del tutto (anche perché si presume che l'esperienza militare faccia acquisire ai cittadini una consapevolezza enorme rispetto ai civili, che i fasci non hanno, quindi...).
Per quanto riguarda la misoginia: mah. Questo romanzo è del 1959 e seppure nel film venga mostrata una parità di genere altissima, nel romanzo rimane comunque una sorta di divisione tra compagine maschile e femminile. Non perché le donne non possano assumere ruoli di comando - lo fanno! - ma proprio nelle interazioni tra soldati donne e soldati uomini. Non ho letto di fanti donne, ma solo di marinai donne, per esempio. E non si addestrano insieme, ma sulle navi hanno aree separate. Ecco, questo mi sembra ancora figlio del tempo di pubblicazione del libro, più che di misoginia (mi ha urtata un po' questa figura mistica della donna, stile angelo illuminante della vita di 'sti fanti che, poracci, campano a pippe!).
In merito all'omofobia non ho trovato riferimenti, ma so che in altre opere ne ha fatti, quindi magari dovessi leggere altro di Heinlein vedrò.
Infine, riassumendo: il film ha uno sviluppo più ordinato, coinvolgente e meglio narrato, a dispetto del libro che è un insieme di spiegoni e tell, tell, teeeeell.
Un gran peccato :/