Scan barcode
A review by mailamilioti
Ada o ardore by Vladimir Nabokov
5.0
Temo che molti piccoli dettagli di questo romanzo siano sfuggiti alla mia comprensione, ciò nonostante l’ho adorato con ardore.
Credo, infatti, che questo sia uno dei libri dalla scrittura più complessa ai quali mi sia mai avvicinata. Una scrittura a dir poco magnifica (inchino a Nabokov fino a toccarmi gli stinchi con la fronte), che già avevo apprezzato fino all'innamoramento in Lolita, ma che qui viene adornata (e anche un po' appesantita, a onor del vero) con tanti orpelli che ho trovato talvolta ammirevoli, talaltra indecifrabili. Ossia, oltre ai termini a me sconosciuti riscontrati quasi ad ogni pagina (es. della prima pagina: “mescolandosi granoblasticamente”; es. della seconda pagina: “clima alcionio”; ecc. - una bella passeggiatina nei sentieri della mia ignoranza), possono trovarsi costantemente citazioni, riferimenti ironici a personaggi reali e di finzione, giochi di parole, di cui neanche la metà vengono decifrati nelle corpose note poste alla fine del volume. Molti, i più facili, li ho intuiti da sola, con la mia scarna cultura. Tantissimi altri sono rimasti per me avvolti nel mistero, anche perché non avevo intenzione di fare una ricerca su internet potenzialmente priva di risultati ogni due e tre, interrompendo il flusso della lettura più volte ad ogni pagina.
Ci sono addirittura frasi in codice da decifrare, come quelle a pagina 172. Fortunatamente poco dopo il codice ci viene spiegato e io non ho potuto resistere, ho dovuto decriptare quelle poche parole (è stato divertente).
Di cosa parla Ada o ardore? Solitamente non scelgo mai i libri da leggere in base alla trama, perché mi piace essere colta di sorpresa in tal senso. Preferisco informarmi sulle atmosfere del libro, sulla sua difficoltà o leggerezza, sui contenuti per tematiche, per capire se è qualcosa che ho voglia di leggere in quel dato momento. Ho preso questo libro soprattutto perché è Nabokov, ma anche perché mi piacevano il titolo e la copertina, lo ammetto. Sapevo solo che si trattava di una cronaca familiare, come dice anche il sottotitolo, e di una storia d’amore. Ebbene, Ada o ardore è un'ucronia e soprattutto una storia d’amore incestuosa (a Vladimir evidentemente piacciono le tematiche pruriginose, quelle che mettono in crisi la nostra morale). Immaginate il mio stupore e disorientamento quando ho letto l’incipit:
Il celebre incipit di Anna Karenina viene ribaltato, perché qui ci troviamo su Antiterra, un mondo dove parecchie cose sono rimaste uguali al nostro e tante altre hanno preso una piega storica differente. N., a quanto pare, ha unito due idee diverse per due libri diversi - uno di carattere fantascientifico, l'altro una trattazione sul tempo - in un unico risultato. In ogni caso l’aspetto ucronico del romanzo passa per lo più in secondo piano, mentre preponderante è la storia di Ada e del protagonista Van che si srotola nel Tempo, al quale, in un tributo proustiano e bergsoniano, viene dedicato un'intero capitolo di riflessioni filosofiche.
Erotismo (che erotismo!), poesia e sentimento si mescolano.
Il narratore, lo stesso Van a 97 anni, scrive in terza persona, ma ogni tanto se lo dimentica e scrive qualcosa in prima. Come se non bastasse, di tanto in tanto, soprattutto tra parentesi, compaiono i commenti e le note a margine della Ada ultra novantenne, la quale ad esempio dissente dalla narrazione dei fatti o elogia la scrittura del suo amato. Le intenzioni di N. vengono svelate per bocca di Van sul finire del romanzo:
Questo capitolo finisce così, coi puntini di sospensione di Ada.
Voto: 4.5
Da assaporare con lentezza.
Credo, infatti, che questo sia uno dei libri dalla scrittura più complessa ai quali mi sia mai avvicinata. Una scrittura a dir poco magnifica (inchino a Nabokov fino a toccarmi gli stinchi con la fronte), che già avevo apprezzato fino all'innamoramento in Lolita, ma che qui viene adornata (e anche un po' appesantita, a onor del vero) con tanti orpelli che ho trovato talvolta ammirevoli, talaltra indecifrabili. Ossia, oltre ai termini a me sconosciuti riscontrati quasi ad ogni pagina (es. della prima pagina: “mescolandosi granoblasticamente”; es. della seconda pagina: “clima alcionio”; ecc. - una bella passeggiatina nei sentieri della mia ignoranza), possono trovarsi costantemente citazioni, riferimenti ironici a personaggi reali e di finzione, giochi di parole, di cui neanche la metà vengono decifrati nelle corpose note poste alla fine del volume. Molti, i più facili, li ho intuiti da sola, con la mia scarna cultura. Tantissimi altri sono rimasti per me avvolti nel mistero, anche perché non avevo intenzione di fare una ricerca su internet potenzialmente priva di risultati ogni due e tre, interrompendo il flusso della lettura più volte ad ogni pagina.
Ci sono addirittura frasi in codice da decifrare, come quelle a pagina 172. Fortunatamente poco dopo il codice ci viene spiegato e io non ho potuto resistere, ho dovuto decriptare quelle poche parole (è stato divertente).
Di cosa parla Ada o ardore? Solitamente non scelgo mai i libri da leggere in base alla trama, perché mi piace essere colta di sorpresa in tal senso. Preferisco informarmi sulle atmosfere del libro, sulla sua difficoltà o leggerezza, sui contenuti per tematiche, per capire se è qualcosa che ho voglia di leggere in quel dato momento. Ho preso questo libro soprattutto perché è Nabokov, ma anche perché mi piacevano il titolo e la copertina, lo ammetto. Sapevo solo che si trattava di una cronaca familiare, come dice anche il sottotitolo, e di una storia d’amore. Ebbene, Ada o ardore è un'ucronia e soprattutto una storia d’amore incestuosa (a Vladimir evidentemente piacciono le tematiche pruriginose, quelle che mettono in crisi la nostra morale). Immaginate il mio stupore e disorientamento quando ho letto l’incipit:
«Tutte le famiglie felici sono più o meno diverse tra loro; le famiglie infelici sono tutte più o meno uguali» dice un grande scrittore russo al principio di un famoso romanzo [...].
Il celebre incipit di Anna Karenina viene ribaltato, perché qui ci troviamo su Antiterra, un mondo dove parecchie cose sono rimaste uguali al nostro e tante altre hanno preso una piega storica differente. N., a quanto pare, ha unito due idee diverse per due libri diversi - uno di carattere fantascientifico, l'altro una trattazione sul tempo - in un unico risultato. In ogni caso l’aspetto ucronico del romanzo passa per lo più in secondo piano, mentre preponderante è la storia di Ada e del protagonista Van che si srotola nel Tempo, al quale, in un tributo proustiano e bergsoniano, viene dedicato un'intero capitolo di riflessioni filosofiche.
Erotismo (che erotismo!), poesia e sentimento si mescolano.
Il narratore, lo stesso Van a 97 anni, scrive in terza persona, ma ogni tanto se lo dimentica e scrive qualcosa in prima. Come se non bastasse, di tanto in tanto, soprattutto tra parentesi, compaiono i commenti e le note a margine della Ada ultra novantenne, la quale ad esempio dissente dalla narrazione dei fatti o elogia la scrittura del suo amato. Le intenzioni di N. vengono svelate per bocca di Van sul finire del romanzo:
«[...] Il mio fine era quello di creare una specie di novella in forma di trattato sulla Tessitura del Tempo, di un'indagine sulla sua sostanza impalpabile, con metafore illustrative sempre più fitte che edificassero molto gradualmente una storia d'amore logica, dal passato al presente, capace di fiorire come una storia concreta, e di annullare poi, sempre per gradi, ogni analogia, fino a disintegrarsi di nuovo in blanda astrazione»
«Mi chiedo,» disse Ada «mi chiedo se queste scoperte valgano di più di una manciata di vetri colorati. Noi possiamo conoscere il tempo giorno per giorno, possiamo conoscere un tempo. Non potremo mai conoscere il Tempo. I nostri sensi non sono atti alla sua percezione. È come...».
Questo capitolo finisce così, coi puntini di sospensione di Ada.
Voto: 4.5
Da assaporare con lentezza.