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A review by ourowncreation
Niente di vero by Veronica Raimo
challenging
funny
reflective
fast-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
5.0
“Sono sempre stata aliena al concetto di “lasciarsi andare” per un motivo molto banale: non so dov’è che dovrei andare.”
Autofiction, memoria e scrittura s’intrecciano in un coming of age atipico (“decostruito” lo definisce la quarta di copertina) in cui Veronica Raimo cerca di rimediare la propria identità e di dare un senso a sé stessa di sé stessa attraverso la scrittura. Caustico, irriverente, intelligente, il resoconto verosimile della sua giovinezza, della sua famiglia, delle sue esperienze di vita è solo un espediente per riflettere sul senso della scrittura, sulla memoria (e la sua fallacia, il modo in cui è condizionata dal nostro sistema di valori), su di sé: è solo attraverso la stesura, la messa in “ordine” degli episodi di una vita intera, infatti, che la scrittrice riesce a ri-organizzare sé stessa, ad affrontare una crescita personale. Se anche in quelle parole non ci dovesse essere, come ci suggerisce il titolo, “niente di vero”, l’autrice comunque riesce a ricavarci molta verità mettendo a nudo sé stessa e le proprie idiosincrasie.
Autofiction, memoria e scrittura s’intrecciano in un coming of age atipico (“decostruito” lo definisce la quarta di copertina) in cui Veronica Raimo cerca di rimediare la propria identità e di dare un senso a sé stessa di sé stessa attraverso la scrittura. Caustico, irriverente, intelligente, il resoconto verosimile della sua giovinezza, della sua famiglia, delle sue esperienze di vita è solo un espediente per riflettere sul senso della scrittura, sulla memoria (e la sua fallacia, il modo in cui è condizionata dal nostro sistema di valori), su di sé: è solo attraverso la stesura, la messa in “ordine” degli episodi di una vita intera, infatti, che la scrittrice riesce a ri-organizzare sé stessa, ad affrontare una crescita personale. Se anche in quelle parole non ci dovesse essere, come ci suggerisce il titolo, “niente di vero”, l’autrice comunque riesce a ricavarci molta verità mettendo a nudo sé stessa e le proprie idiosincrasie.