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A review by dely_dd
Gioventù senza Dio by Bruno Maffi, Ödön von Horváth, Antonio Faeti
5.0
Come parlare della coscienza, della Verità, della redenzione e di Dio in meno di centocinquanta pagine con un linguaggio semplice ed essenziale.
Chapeau.
Ci si trova in un paese non ben definito con personaggi senza nome. Perché? Perché ciò di cui parla il libro è sempre attuale, non ha tempo e può accadere ovunque. S'intuisce che siamo in Germania, gli anni poco prima dell'avvento del Nazismo, e l'autore narra di come lentamente, quasi automaticamente e senza rendersene conto, vengono meno i valori morali e umani per lasciare spazio a false convinzioni pericolose. Colpa, soprattutto, della propaganda subdola che fa il lavaggio del cervello; si crede ciecamente a ciò che ci vieni propinato e ci si fa travolgere dalla paura e dall'odio verso ciò che vogliono i nostri leader. In queste condizioni è facile perdere di vista i valori umani che non dovrebbero mai venire meno.
Il disperato bisogno di Verità è ciò che permette la redenzione, non solo di se stessi ma del genere umano. Se c'è una persona disposta a fare il primo passo, gli altri la seguono perché non si sentono più soli e impauriti. L'onestà è contagiosa. L'amore per la Verità è l'unica speranza per non farsi piegare e sottomettere da un regime e per rimanere liberi interiormente.
Non è però facile rimanere immuni da ciò che ci circonda, dal "pensare comune", dalla paura, e ci si lascia facilmente trascinare nella spirale di violenza o, peggio ancora, del menefreghismo diventando egoisti e giustificando azioni spregevoli. Qui subentra il tema dell'importanza dell'esame di coscienza. Sempre pronti a criticare il prossimo senza rendersi conto che si assomiglia sempre di più alle persone che si criticano e detestano. Si diventa come loro per altri motivi, spesso per viltà o inconsapevolmente spinti dalla paura, ma ciò non cambia nulla se si diventa comunque delle persone che vengono meno ai propri ideali.
Recensione scritta "di pancia" (e magari un po' sconclusionata) perché è un libro che scuote nel profondo. Ci sarebbe molto altro da dire perché in poche pagine von Horvath affronta temi basilari riguardanti l'essere umano, la società, la vita e Dio.
Appena finito il libro ho avuto la sensazione di ricevere un pugno nello stomaco dall'autore; un pugno che mi ha riscosso la coscienza e avevo come l'impressione che dall'alto Dio mi guardasse facendosi una risata. Come scritto anche nel libro, Dio è terribile.
Chapeau.
Ci si trova in un paese non ben definito con personaggi senza nome. Perché? Perché ciò di cui parla il libro è sempre attuale, non ha tempo e può accadere ovunque. S'intuisce che siamo in Germania, gli anni poco prima dell'avvento del Nazismo, e l'autore narra di come lentamente, quasi automaticamente e senza rendersene conto, vengono meno i valori morali e umani per lasciare spazio a false convinzioni pericolose. Colpa, soprattutto, della propaganda subdola che fa il lavaggio del cervello; si crede ciecamente a ciò che ci vieni propinato e ci si fa travolgere dalla paura e dall'odio verso ciò che vogliono i nostri leader. In queste condizioni è facile perdere di vista i valori umani che non dovrebbero mai venire meno.
Il disperato bisogno di Verità è ciò che permette la redenzione, non solo di se stessi ma del genere umano. Se c'è una persona disposta a fare il primo passo, gli altri la seguono perché non si sentono più soli e impauriti. L'onestà è contagiosa. L'amore per la Verità è l'unica speranza per non farsi piegare e sottomettere da un regime e per rimanere liberi interiormente.
Non è però facile rimanere immuni da ciò che ci circonda, dal "pensare comune", dalla paura, e ci si lascia facilmente trascinare nella spirale di violenza o, peggio ancora, del menefreghismo diventando egoisti e giustificando azioni spregevoli. Qui subentra il tema dell'importanza dell'esame di coscienza. Sempre pronti a criticare il prossimo senza rendersi conto che si assomiglia sempre di più alle persone che si criticano e detestano. Si diventa come loro per altri motivi, spesso per viltà o inconsapevolmente spinti dalla paura, ma ciò non cambia nulla se si diventa comunque delle persone che vengono meno ai propri ideali.
Recensione scritta "di pancia" (e magari un po' sconclusionata) perché è un libro che scuote nel profondo. Ci sarebbe molto altro da dire perché in poche pagine von Horvath affronta temi basilari riguardanti l'essere umano, la società, la vita e Dio.
Appena finito il libro ho avuto la sensazione di ricevere un pugno nello stomaco dall'autore; un pugno che mi ha riscosso la coscienza e avevo come l'impressione che dall'alto Dio mi guardasse facendosi una risata. Come scritto anche nel libro, Dio è terribile.