A review by momotan
Tai-Pan by James Clavell

4.0

Bello.
In maniera diversa rispetto a Shogun, e per motivi volendo anche differenti, ma bello.

Mi ha stupito il cambio completo (di epoca, di località, di personaggi) rispetto all'altro libro, pensavo la serie asiatica sarebbe proseguita con più continuità.

Una volta ripresomi dalla sorpresa mi sono però potuto immergere nelle atmosfere della Cina (e della nascente colonia britannica di Hong Kong) del 1800.
Diversa la collocazione geografica, uguale la sottolineatura sulle abitudini igieniche e di pulizia degli orientali (giapponesi in Shogun, cinesi qui) contrapposte al culto della sporcizia e delle superstizioni dannose (tipo quelle su pulizia delle mani o aria fresca) di noi occidentali dell'epoca.

Diverso anche il tipo di personaggi: il protagonista, il Tai Pan, è un uomo che grazie alle proprie qualità eccezionali ha creato un impero commerciale, e che da solo manovra la politica inglese e quella cinese, i commercianti delle due nazioni e chiunque gli passi vicino, al solo scopo di creare Hong Kong, e di usarla come grimaldello per aprire la Cina al mondo.
Un uomo quasi soprannaturale, che ovviamente deve avere una nemesi par suo e questa risponde al nome del rivale Brock, che con il Tai Pan ha una lunga storia iniziata ai tempi delle prime navigazioni di un giovane Dirk, ancora ben lontano dal divenire la figura semidivina che sarebbe stato in futuro.

Abbiamo commercianti inglesi e americani, soldati e marines, politici e delinquenti anarchici.
Oppio, tè, argento e navi a profusione.
Protestanti e cattolici, storie d'amore e vendetta, famiglie distrutte e odii imperituri.

C'è tutto insomma, ma la storia in sé in questo caso mi ha preso meno di quanto avrei voluto.
In Shogun si aveva da creare lo Shogunato, il destino del Giappone era in gioco e il protagonista era il jolly pescato dall'uomo che avrebbe cambiato la storia nipponica.
Qui il protagonista è l'uomo forte, l'eminenza oscura che muove con le sue parole il governatore della colonia, i soldati e i commerci. E la storia verte sulla lotta per il predominio commerciale e sulla sopravvivenza di Hong Kong.

Però l'ambientazione e l'epoca sono interessantissime (come gli inglesi si credano superiori a tutti, al pari degli americani e dei russi, o degli stessi cinesi che seguono le loro tradizioni commiserando i barbari incivili che pensano di poter cambiare qualcosa o ottenere qualcosa di duraturo coi loro comportamenti).
E la parte finale, con il tifone spaventoso che scompiglia tutte le carte disposte sul tavolo fino ad allora... Ecco, ambientazione, personaggi e finale mi hanno fatto amare questo libro malgrado la storia fosse un po' debole. E ammetto della tristezza per la conclusione, avrei voluto davvero un minimo di gioia per la Tai Tai.

(Però ho scoperto l'origine del termine Tifone, e pure quella della Triade!)