Una favola ispirata alla mitologia Persiana.
Soraya è la gemella del giovane imperatore, ma è costretta da sempre a vivere nascosta all'interno del palazzo e isolata da tutti per via di una maledizione che rende il suo tocco letale.
L'occasione di cambiare le cose le si presenta quando viene a sapere che nelle segrete viene tenuta prigioniera una Div, un demone che sembra sapere molte cose sul suo passato e su come annullare la maledizione che la rende velenosa. La cosa però sembra non interessare minimamente a nessun membro della sua famiglia, che anzi insiste affinché lasci perdere e se ne faccia una ragione.
L'unica persona a mostrarle comprensione e solidarietà è il suo nuovo amico Azad, l'unico al mondo che non sembra intimorito dalla vicinanza della ragazza e che si dimostra disposto a fare di tutto per aiutarla.

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Soraya è una principessa rinchiusa nel castello che si è stancata di aspettare un principe e decide di salvarsi da sola. Farà un gran casino, ma non si può fargliene una colpa. Quando tiri troppo la corda e questa si spezza, non è mai del tutto colpa della corda.
Soraya agirà contro l'interesse del proprio fratello e della propria famiglia in quello che può essere giudicato un gesto egoista, ma nessuno in questa storia è innocente, hanno tutti delle colpe e hanno tutti sbagliato qualcosa. La fine della favola non decreta la vittoria del bene sul male, ma piuttosto l'importanza dell'accettazione di sé stessi, anche e soprattutto quando non coincide con le aspettative delle persone che ci stanno attorno.

L'ho trovato nel complesso assolutamente godibile, consigliato a chi cerca un fantasy standalone con una svolta romance presente ma non troppo marcata, personaggi moralmente grigi, protagonista queer.