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A review by melanto_mori
LA CUOCA: Storia di un terremoto by Luana Troncanetti
5.0
Voto: 4,5/5
Mi è piaciuto un sacco.
Scritto benissimo e con un uso splendido della prima persona (cosa nient'affatto scontata, anzi penso che in molti dovrebbero leggerselo questo testo per capire davvero come andrebbe usata). Ottimi personaggi, caratterizzati a tutto tondo e la scelta di un'ambientazione particolare che non poteva non fare presa su di me.
Anche la mia terra ha affrontato terremoti devastanti, su tutti quello del 1980 e si porta le ferite addosso ancora adesso. Ho trovato che l'autrice abbia descritto benissimo del terremoto, della situazione, dei soccorsi, del dolore, degli sciacalli, delle macerie senza essere affatto morbosa, ma come se fosse il semplice occhio di chi si trova lì e vede cosa succede.
Questo romanzo è la storia di tre generazioni e di tutte quelle che non sono riuscite a vivere abbastanza, una storia che parla di vendette e cose che ti capitano, soprattutto se sei donna e niente - ancora oggi - ti viene perdonato facilmente.
La storia di Nunzia è lucida e vivida, ed è stata di sicuro la voce narrante che ho preferito, con un uso meraviglioso anche del dialetto (amo che venga utilizzato il dialetto in un testo, soprattutto se così localizzato). Il modo in cui racconta quando fosse difficile essere donna, soprattutto se di un paesino in mezzo alle montagne e con le guerre che andavano e venivano. Quanto alle donne non venga mai perdonato e quanto gli viene fatto patire, usati come bene di scambio in un matrimonio. Sono oggetti e credo che molti di questi discorsi siano validissimi anche nel tempo attuale.
Consigliatissimo!
Mi è piaciuto un sacco.
Scritto benissimo e con un uso splendido della prima persona (cosa nient'affatto scontata, anzi penso che in molti dovrebbero leggerselo questo testo per capire davvero come andrebbe usata). Ottimi personaggi, caratterizzati a tutto tondo e la scelta di un'ambientazione particolare che non poteva non fare presa su di me.
Anche la mia terra ha affrontato terremoti devastanti, su tutti quello del 1980 e si porta le ferite addosso ancora adesso. Ho trovato che l'autrice abbia descritto benissimo del terremoto, della situazione, dei soccorsi, del dolore, degli sciacalli, delle macerie senza essere affatto morbosa, ma come se fosse il semplice occhio di chi si trova lì e vede cosa succede.
Questo romanzo è la storia di tre generazioni e di tutte quelle che non sono riuscite a vivere abbastanza, una storia che parla di vendette e cose che ti capitano, soprattutto se sei donna e niente - ancora oggi - ti viene perdonato facilmente.
La storia di Nunzia è lucida e vivida, ed è stata di sicuro la voce narrante che ho preferito, con un uso meraviglioso anche del dialetto (amo che venga utilizzato il dialetto in un testo, soprattutto se così localizzato). Il modo in cui racconta quando fosse difficile essere donna, soprattutto se di un paesino in mezzo alle montagne e con le guerre che andavano e venivano. Quanto alle donne non venga mai perdonato e quanto gli viene fatto patire, usati come bene di scambio in un matrimonio. Sono oggetti e credo che molti di questi discorsi siano validissimi anche nel tempo attuale.
Consigliatissimo!