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A review by chiara_casoli
Sette anni nel Tibet by Heinrich Harrer
5.0
Dovremmo leggere tutti Sette anni nel Tibet
"Nel giallo tremolio delle molte lampade le figure di burro sembravano acquistare vita. Strane corolle chinavano le testine in un immaginario alito di vento, pieghe di seriche vesti si muovevano frusciando, una maschera di demone torceva la bocca. Poi il dio-re alzò benedicendo la mano. Siamo anche noi preda di questo sogno conturbante? La luna piena, simbolo del mondo ultraterreno, al quale è dedicato tutto questo grandioso omaggio, sorride dalla sua altezza."
MERAVIGLIOSO. Le due mie grandi passioni di leggere e viaggiare alla scoperta di nuove culture unite in questo straordinario libro, che è molto di più: un messaggio all'umanità, un canale di comunicazione tra il Tetto del mondo e il resto del pianeta.
Heinrich Harrer raggiunse il Tibet durante la Seconda guerra mondiale fuggendo da un campo di prigionia inglese in India, a Dehra Dun, e fu costretto a lasciarlo quando, nel 1951, le truppe cinesi invasero il Paese della Neve.
Sette anni nel Tibet descrive il fascino perduto di una cultura millenaria tanto diversa da quella occidentale poiché isolata e ancorata alle tradizioni lamaiste per secoli, trasmettendo al lettore un desiderio profondo di conoscenza di una terra proibita, di avventura ed esplorazione di nuovi mondi, ma anche di malinconica consapevolezza della distruzione di un paese libero, il cui appello al mondo è rimasto inascoltato negli anni. Al piacere delle descrizioni del paesaggio e delle tradizioni tibetane, sono affiancate le grida di un popolo libero e pacifico, che lotta disperatamente contro l'oppressione dell'esercito comunista della Cina popolare, sottolineando il fallimento e l'assenza dell'ONU.
"Nel 1951 l'armata rossa cinese occupò il paese e il Dalai Lama, insieme con circa centomila tibetani, fu costretto a fuggire in India. Non ci sono parole per descrivere ciò che da allora è successo nel Paese della neve: un milione e duecentomila tibetani hanno perso la vita, il novantanove per cento dei seimila edifici sacri è stato distrutto."
Questo libro insegna molto, consigliato a tutti.
"Nel giallo tremolio delle molte lampade le figure di burro sembravano acquistare vita. Strane corolle chinavano le testine in un immaginario alito di vento, pieghe di seriche vesti si muovevano frusciando, una maschera di demone torceva la bocca. Poi il dio-re alzò benedicendo la mano. Siamo anche noi preda di questo sogno conturbante? La luna piena, simbolo del mondo ultraterreno, al quale è dedicato tutto questo grandioso omaggio, sorride dalla sua altezza."
MERAVIGLIOSO. Le due mie grandi passioni di leggere e viaggiare alla scoperta di nuove culture unite in questo straordinario libro, che è molto di più: un messaggio all'umanità, un canale di comunicazione tra il Tetto del mondo e il resto del pianeta.
Heinrich Harrer raggiunse il Tibet durante la Seconda guerra mondiale fuggendo da un campo di prigionia inglese in India, a Dehra Dun, e fu costretto a lasciarlo quando, nel 1951, le truppe cinesi invasero il Paese della Neve.
Sette anni nel Tibet descrive il fascino perduto di una cultura millenaria tanto diversa da quella occidentale poiché isolata e ancorata alle tradizioni lamaiste per secoli, trasmettendo al lettore un desiderio profondo di conoscenza di una terra proibita, di avventura ed esplorazione di nuovi mondi, ma anche di malinconica consapevolezza della distruzione di un paese libero, il cui appello al mondo è rimasto inascoltato negli anni. Al piacere delle descrizioni del paesaggio e delle tradizioni tibetane, sono affiancate le grida di un popolo libero e pacifico, che lotta disperatamente contro l'oppressione dell'esercito comunista della Cina popolare, sottolineando il fallimento e l'assenza dell'ONU.
"Nel 1951 l'armata rossa cinese occupò il paese e il Dalai Lama, insieme con circa centomila tibetani, fu costretto a fuggire in India. Non ci sono parole per descrivere ciò che da allora è successo nel Paese della neve: un milione e duecentomila tibetani hanno perso la vita, il novantanove per cento dei seimila edifici sacri è stato distrutto."
Questo libro insegna molto, consigliato a tutti.