A review by momotan
The Last Colony by John Scalzi

4.0

Questo terzo volume della serie mi è sembrato un poco più debole degli altri due, ma è comunque un buon tassello nel quadro generale, e una lettura piacevole.

Abbiamo John Perry e Jane Sagan intenti a vivere la loro nuova vita da ex soldati in una colonia tranquilla, assieme alla loro figlia adottiva Zoe (ora adolescente) e ai due Orbin che come da accordi con la loro gente la seguono ovunque, un misto tra guardie del corpo, reporter galattici e ferventi adoratori dell'eredità bioogica dell'uomo che gli ha donato una qualche sorta di coscienza.
E una nativa della colonia, la caustica e divertente segretaria di John, posto a capo della colonia (mentre ovviamente Jane si occupa dell'ordine pubblico).

Tutto questo finisce molto presto quando la CDF arriva a offrire\richiedere che la coppia si diriga altrove a guidare la colonizzazione di un nuovo pianeta, una questione politica molto spinosa per la federazione coloniale visto che a causa delle grandi pressioni è stato deciso di consentire ai coloni dei pianeti più popolosi di inviare gente a colonizzare un nuovo pianeta.
Abbiamo quindi quello che potrebbe essere il primo di una nuova serie di impulsi coloniali di seconda generazione, con una popolazione equamente suddivisa tra le colonie più vecchie degli umani, con un consiglio composto dai loro rappresentanti e sopra di loro due ex soldati della CDF.
Su un pianeta che dovrebbe essere stato offerto agli umani dagli Orbin... solo che ovviamente c'è molto di più dietro a tutto questo.

E quello che c'è dietro è il Conclave, adesso diventato realtà e intento a flettere i muscoli in giro per la galassia, bloccando le colonizzazioni delle specie non affiliate e isolandole, mentre gli umani intendono sfruttare la nuova colonia per mostrare a tutti che si può sconfiggere questa alleanza di centinaia di razze aliene.

Seguono macchinazioni politiche da parte dei coloniali e da parte del Conclave, complotti e macchinazioni con in palio non solo la sopravvivenza della colonia di Roanoke (e si, il nome non è scelto affatto casualmente...) ma pure quella degli umani come forma di vita (un po' come nel secondo libro, insomma).

La parte che mi ha convinto meno è stata quella finale, con una soluzione che pare un po' troppo forzata, con scelte un po' troppo obbligate "per fini di trama" (a differenza di altre scelte compiute prima, che per quanto palesemente sbagliate e dannose trovavano comunque un senso logico dal punto di vista di chi le intraprendeva).
Altro punto non ben riuscito è quello dei "licantropi": accennati, mostrati, con annesso un interessante bagaglio di risvolti etici e morali... e poi caduti nel dimenticatoio. Pensavo sarebbero potuti tornare in scena almeno nel finale, per dare un senso alla loro comparsa, invece dopo l'incontro con i coloni e con il leader dei pacifisti, niente, spariti del tutto. Ma perché? E a quel punto, che senso ha avuto "perdere tempo" a costruire la loro presenza e il loro primo contatto con i coloni?


Benissimo invece John e Jane, ormai delle certezze, così come i personaggi di contorno (il generale del conclave sembra davvero un buon personaggio, forse un po' troppo idealizzato per essere davvero reale, ma immagino che questo lo scopriremo in seguito), e tutto quanto stava dietro le macchinazioni e i piani e contropiani che John e Jane dovranno scoprire per poter rivoltare a loro favore salvando i coloni dal massacro che tutti vorrebbero far piovere sulle loro teste.