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alfredreads's review against another edition
5.0
Once again the pace and character development are second to none in Abercrombie's storytelling. Cannot recommend this series enough.
nerdyreferencelibrarian89's review against another edition
5.0
I honestly think I enjoyed this more then the original First Law trilogy. The story is centered around a 4 (ish) day battle, following the perspectives of multiple characters on both sides of the conflict. In typical Abercrombie fashion the combat is brutal, fast, and deadly, but this is so much more then the fights. Each character has amazing development and insight, lending their own unique perspectives.
Well worth a read, you could even read it stand alone and it would largely make sense.
Well worth a read, you could even read it stand alone and it would largely make sense.
momotan's review against another edition
4.0
Rilettura 2022
Un romanzo corposo e compatto: unità di tempo e di luogo, pressappoco tutti i personaggi costretti in uno spazio ristretto nell'arco di pochi giorni.
Black Dow è re del Nord, l'Unione non ne è contenta, Bayaz e gli avversari del sud si affrontano di nuovo a distanza su questo nuovo campo di battaglia, come accaduto anche nel volume precedente.
Abbiamo quindi il proseguio della guerra di Bayaz, che qui se possibile si mostra ancora più cinico e spietato di quanto visto finora.
Abbiamo anche due eserciti in guerra, mostrati in maniera perfetta: le divisioni al loro interno, i giochi di potere tra le varie fazioni, i soldati semplici che formano la "carne da cannone".
Gli errori che commessi da una parte e dall'altra quasi si annullano a vicenda, i piani che non sopravvivono alla notte, troppo lunga la catena del comando, troppi intermediari, troppo tempo tra un ordine e l'arrivo a destinazione, se anche arriva.
La paura e la necessità di tirare avanti, che accomunano i guerrieri di entrambi gli schieramenti.
L'onore, la sete di sangue, l'orgoglio, il desiderio di vendetta, l'ambizione... Tutto si mescola e si confonde, mentre uomini muoiono a centinaia in mischie furibonde per i giochi di potere di creature un tempo umane, e che ora si ritengono qualcosa di superiore.
In tutto questo spiccano le storie di vecchie conoscenze (Gorst, che scopriamo essere caduto in disgrazia dopo Sipani; Caul, che ha proseguito lungo il cammino intrapreso alla fine del libro precedente; Dogman e Black Dow, gli ultimi rimasti del gruppo stellare di Logen; Caulder, il figlio debole e scaltro di Bethod) ma anche quelle del nostalgico e leale Craw, del giovane e idealista Beck, dell'ambiziosa Finree, del caporale Tunny, Whirrun l'ultimo eroe del nord... Un mosaico ambizioso di tantissime vite diverse, ognuna con la propria storia e i propri desideri, intrecciate intorno alla collina degli Eroi e alla battaglia per conquistare questo fazzoletto di terra inutile, reso importante solo dal fatto che l'altro lo desidera occupare.
Probabilmente una delle rappresentazioni più crude e realistiche della guerra che ci siano nel genere.
-----
Questo secondo libro stand-alone ambientato nel mondo violento e cinico creato da Abercrombie è un manuale sul fantasy militare ridotto ai minimi termini, e probabilmente fino a qui (andando in ordine di pubblicazione) uno dei migliori libri di Joe.
Nel genere militare, sia questo storico, fantasy o che altro, arriva sempre il momento in cui l'autore si prepara ad affrontare la sfida della tecnica pura: il libro dedicato a una singola battaglia. Qualche antefatto, qualche conseguenza, e per il resto solo una battaglia. La battaglia. Che può durare uno, due, tre, dieci giorni. Ma che verrà seguita per tutto il tempo, senza divagare, senza vagabondare lontano dal campo, senza infiorettarla con trame esterne agli scontri.
Solo la cruda guerra, e i guerrieri intenti a combatterla.
Nel giro di diversi mesi mi sono capitati sotto mano tre libri di questo tipo.
Il primo riguardava la battaglia di Waterloo, scritto da un mostro della fiction militare storica come Cornwell. Piacevole e interessante, anche se la maggior parte dell'interesse era dovuta alla realtà storica che bucava le pagine.
Poi è stato il turno di un autore italiano autopubblicato, con un'intera ambientazione a suo carico e questo libro a ergersi tra due saghe, indipendente e fruibile da solo. Uno sforzo lodevole, ma per quanto il comparto militaresco fosse buono, mancava completamente dal lato empatico, dei personaggi.
E infine questo.
Dal lato militare, neanche a dirlo, tutto perfetto. Tremendo come ci venga ricordato che non si tratta di un duello, ma di una guerra, e che l'azione non si ferma intorno alla coppia che duella ma continua, e che le intromissioni sono continue e chiunque può morire per qualunque idiozia.
Ma in assenza di una trama più solida del "dopo gli eventi dei libri passati il nord è in tumulto, Black Dow è il capo e muove guerra all'Unione aiutata dagli uomini di Dogman, leali al defunto Ninefingers", sono i personaggi a tenere vivo l'interesse, a farci conoscere la situazione nei due campi, a mostrarci le rivalità, le speranze, ciò che è in gioco con questa battaglia.
E così mentre intrighi, rivalità e ambizioni confluiscono sui fronti della battaglia, noi ci godiamo la lettura e ci interroghiamo sul significato del titolo.
The heroes.
Ovviamente gli Eroi è il nome della collina per la quale si combatte, una collina sotto la quale la leggenda narra siano sepolti alcuni eroi dell'antichità.
Ma è tutto qua? Certo che no...
C'è spazio per interrogarsi più volte su chi siano gli eroi, in generale e in questa storia.
Sono forse i leader, i generali? Il sanguinario Black Dow che ha conquistato il nord con l'inganno, aiutato da tre capi altrettanto infidi e sanguinari, pronti a rivoltarsi l'uno contro l'altro e a tramare per prendere il potere? Il vecchio Maresciallo dell'Unione, disposto a tutto per chiudere con questa guerra? I suoi generali, tra incompetenza, arroganza, ambizione e favoritismi?
No, probabilmente no, nessuno di questi può essere visto come eroe.
E allora chi viene subito dopo? I comandanti, le persone che cercano di fare la cosa giusta, di comportarsi lealmente e con onore? Craw e la sua dozzina, Harod nell'Unione?
Neanche, lo stesso Craw riconosce che spesso non esiste una cosa giusta e per ognuno può essere una cosa diversa, mentre Harod sarà testimone di come tutti i suoi sforzi siano inutili e ben altre qualità siano ricercate da chi comanda.
E allora i guerrieri, i prodi, i campioni?
Whirrun nel nord, l'Eroe delle canzoni, armato della famigerata Padre delle Spade, l'arma degli dèi tramandata di eroe in eroe, immortale e inarrestabile?
Bremen dar Gorst, il migliore spadaccino dell'Unione, sconfitto solo dal primo dei Magi col tradimento nella prima trilogia, e ridotto in disgrazia in Best Served Cold, ora un mero osservatore reale desideroso di liberare tutta la sua furia?
Uno muore in maniera completamente casuale durante un vero scontro epico, morte accidentale durante una battaglia, memento che la vera guerra è una massa indistinta di armi e persone, l'attacco arriva da ogni parte e nemmeno si sa se si tratta di un amico o di un nemico.
L'altro sembra ottenere ciò che vuole, ma solo per scoprire subito che la vittoria ha un gusto amaro.
E nessuno dei due è un eroe, solo assassini molto bravi a fare il loro lavoro.
O è questo che è un eroe?
E poi c'è Beck, il ragazzino partito da casa con la spada del padre per farsi un nome, per diventare un eroe. Che scopre la guerra, e la morte. E ciò che realmente importa, almeno per lui.
Forse è Beck l'eroe.
Forse è il principe Calder, il politico, il principe deriso da tutti per la sua incapacità a combattere, una vipera più simile ai politici dell'Unione che non alle genti del nord.
Forse è Finree, la donna ambiziosa pronta a tutto per sollevare sempre più in alto il marito, e sé con lui.
O forse non esistono eroi.
Solo persone che cercano di fare la cosa giusta. E persone che prendono la spada perché è il lavoro più facile, e si scoprono brave a uccidere. E persone che cercano di stare vive in mezzo alla violenza, e ci riescono, e sopravvivendo diventano sempre più eroi.
Un romanzo corposo e compatto: unità di tempo e di luogo, pressappoco tutti i personaggi costretti in uno spazio ristretto nell'arco di pochi giorni.
Black Dow è re del Nord, l'Unione non ne è contenta, Bayaz e gli avversari del sud si affrontano di nuovo a distanza su questo nuovo campo di battaglia, come accaduto anche nel volume precedente.
Abbiamo quindi il proseguio della guerra di Bayaz, che qui se possibile si mostra ancora più cinico e spietato di quanto visto finora.
Abbiamo anche due eserciti in guerra, mostrati in maniera perfetta: le divisioni al loro interno, i giochi di potere tra le varie fazioni, i soldati semplici che formano la "carne da cannone".
Gli errori che commessi da una parte e dall'altra quasi si annullano a vicenda, i piani che non sopravvivono alla notte, troppo lunga la catena del comando, troppi intermediari, troppo tempo tra un ordine e l'arrivo a destinazione, se anche arriva.
La paura e la necessità di tirare avanti, che accomunano i guerrieri di entrambi gli schieramenti.
L'onore, la sete di sangue, l'orgoglio, il desiderio di vendetta, l'ambizione... Tutto si mescola e si confonde, mentre uomini muoiono a centinaia in mischie furibonde per i giochi di potere di creature un tempo umane, e che ora si ritengono qualcosa di superiore.
In tutto questo spiccano le storie di vecchie conoscenze (Gorst, che scopriamo essere caduto in disgrazia dopo Sipani; Caul, che ha proseguito lungo il cammino intrapreso alla fine del libro precedente; Dogman e Black Dow, gli ultimi rimasti del gruppo stellare di Logen; Caulder, il figlio debole e scaltro di Bethod) ma anche quelle del nostalgico e leale Craw, del giovane e idealista Beck, dell'ambiziosa Finree, del caporale Tunny, Whirrun l'ultimo eroe del nord... Un mosaico ambizioso di tantissime vite diverse, ognuna con la propria storia e i propri desideri, intrecciate intorno alla collina degli Eroi e alla battaglia per conquistare questo fazzoletto di terra inutile, reso importante solo dal fatto che l'altro lo desidera occupare.
Probabilmente una delle rappresentazioni più crude e realistiche della guerra che ci siano nel genere.
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Questo secondo libro stand-alone ambientato nel mondo violento e cinico creato da Abercrombie è un manuale sul fantasy militare ridotto ai minimi termini, e probabilmente fino a qui (andando in ordine di pubblicazione) uno dei migliori libri di Joe.
Nel genere militare, sia questo storico, fantasy o che altro, arriva sempre il momento in cui l'autore si prepara ad affrontare la sfida della tecnica pura: il libro dedicato a una singola battaglia. Qualche antefatto, qualche conseguenza, e per il resto solo una battaglia. La battaglia. Che può durare uno, due, tre, dieci giorni. Ma che verrà seguita per tutto il tempo, senza divagare, senza vagabondare lontano dal campo, senza infiorettarla con trame esterne agli scontri.
Solo la cruda guerra, e i guerrieri intenti a combatterla.
Nel giro di diversi mesi mi sono capitati sotto mano tre libri di questo tipo.
Il primo riguardava la battaglia di Waterloo, scritto da un mostro della fiction militare storica come Cornwell. Piacevole e interessante, anche se la maggior parte dell'interesse era dovuta alla realtà storica che bucava le pagine.
Poi è stato il turno di un autore italiano autopubblicato, con un'intera ambientazione a suo carico e questo libro a ergersi tra due saghe, indipendente e fruibile da solo. Uno sforzo lodevole, ma per quanto il comparto militaresco fosse buono, mancava completamente dal lato empatico, dei personaggi.
E infine questo.
Dal lato militare, neanche a dirlo, tutto perfetto. Tremendo come ci venga ricordato che non si tratta di un duello, ma di una guerra, e che l'azione non si ferma intorno alla coppia che duella ma continua, e che le intromissioni sono continue e chiunque può morire per qualunque idiozia.
Ma in assenza di una trama più solida del "dopo gli eventi dei libri passati il nord è in tumulto, Black Dow è il capo e muove guerra all'Unione aiutata dagli uomini di Dogman, leali al defunto Ninefingers", sono i personaggi a tenere vivo l'interesse, a farci conoscere la situazione nei due campi, a mostrarci le rivalità, le speranze, ciò che è in gioco con questa battaglia.
E così mentre intrighi, rivalità e ambizioni confluiscono sui fronti della battaglia, noi ci godiamo la lettura e ci interroghiamo sul significato del titolo.
The heroes.
Ovviamente gli Eroi è il nome della collina per la quale si combatte, una collina sotto la quale la leggenda narra siano sepolti alcuni eroi dell'antichità.
Ma è tutto qua? Certo che no...
C'è spazio per interrogarsi più volte su chi siano gli eroi, in generale e in questa storia.
Sono forse i leader, i generali? Il sanguinario Black Dow che ha conquistato il nord con l'inganno, aiutato da tre capi altrettanto infidi e sanguinari, pronti a rivoltarsi l'uno contro l'altro e a tramare per prendere il potere? Il vecchio Maresciallo dell'Unione, disposto a tutto per chiudere con questa guerra? I suoi generali, tra incompetenza, arroganza, ambizione e favoritismi?
No, probabilmente no, nessuno di questi può essere visto come eroe.
E allora chi viene subito dopo? I comandanti, le persone che cercano di fare la cosa giusta, di comportarsi lealmente e con onore? Craw e la sua dozzina, Harod nell'Unione?
Neanche, lo stesso Craw riconosce che spesso non esiste una cosa giusta e per ognuno può essere una cosa diversa, mentre Harod sarà testimone di come tutti i suoi sforzi siano inutili e ben altre qualità siano ricercate da chi comanda.
E allora i guerrieri, i prodi, i campioni?
Whirrun nel nord, l'Eroe delle canzoni, armato della famigerata Padre delle Spade, l'arma degli dèi tramandata di eroe in eroe, immortale e inarrestabile?
Bremen dar Gorst, il migliore spadaccino dell'Unione, sconfitto solo dal primo dei Magi col tradimento nella prima trilogia, e ridotto in disgrazia in Best Served Cold, ora un mero osservatore reale desideroso di liberare tutta la sua furia?
Uno muore in maniera completamente casuale durante un vero scontro epico, morte accidentale durante una battaglia, memento che la vera guerra è una massa indistinta di armi e persone, l'attacco arriva da ogni parte e nemmeno si sa se si tratta di un amico o di un nemico.
L'altro sembra ottenere ciò che vuole, ma solo per scoprire subito che la vittoria ha un gusto amaro.
E nessuno dei due è un eroe, solo assassini molto bravi a fare il loro lavoro.
O è questo che è un eroe?
E poi c'è Beck, il ragazzino partito da casa con la spada del padre per farsi un nome, per diventare un eroe. Che scopre la guerra, e la morte. E ciò che realmente importa, almeno per lui.
Forse è Beck l'eroe.
Forse è il principe Calder, il politico, il principe deriso da tutti per la sua incapacità a combattere, una vipera più simile ai politici dell'Unione che non alle genti del nord.
Forse è Finree, la donna ambiziosa pronta a tutto per sollevare sempre più in alto il marito, e sé con lui.
O forse non esistono eroi.
Solo persone che cercano di fare la cosa giusta. E persone che prendono la spada perché è il lavoro più facile, e si scoprono brave a uccidere. E persone che cercano di stare vive in mezzo alla violenza, e ci riescono, e sopravvivendo diventano sempre più eroi.
andned's review against another edition
3.0
This world seems to be made of hubris, incompetence and occasional heroics; bad breath, bad intentions, filth and every room with a stink of piss and sweat. This “grittiness” gets a bit tiring. Apart from that, a rather entertaining read.
herbieridesagain's review against another edition
5.0
A raw, salt of the earth epic, The Heroes, of which there seem to be exceedingly few, and even then they are not, in any way, classic, drops you back into the world of the 1st Law Trilogy like a sack of potatoes. Set over a few days of an attempt by the Union to topple Black Dow from his ill gotten throne of the North, I would almost say The Heroes asks the question if there really are any heroes in war, but the title actually refers to an outcrop of rocks on a hill. The Heroes though, is filled with a bewildering army of great complex characters playing in a simple scenario. It’s like Tolkien, but with bollocks.
Prime players include Curnden Craw, an old hand whose knees creak everytime he stands up, Prince Calder, the scheming coward out to regain his fathers crown, the brilliant Bremer Dan Gorst, desperately trying to regain the kings favour, Finree, the ambitious generals daughter and the enigmatic Bayaz, who I’m not sure if it would be safer to have on your side or not. Abercrombie takes you down to the dirt and chaos of army life and battle, and where there isn’t really good and evil, just two sides fighting over nothing much.
Some characters return from the 1st Law Trilogy, although it’s been so long since I read them that I couldn’t remember many, and there is a nod to Best Served Cold but this is easy enough to read on it’s own. As with Abercrombie’s books, it is not necessarily what is happening, but who it’s happening too that makes The Heroes great, the dialog in particular is as coarse and sharp as the axehead on the cover, and there were many laugh out loud moments, which reminded me in many ways of Terry Pratchett. Corporal Tunny, one of the best characters in the book, seemed the twin of corporal Nobby Nobs from the Ankh-Morpork watch. Abercrombie certainly has a satirical look at his subjects, but has a lot more grit that the Discworld.
By the end of the final day, there could be some winners, there are certainly a lot of losers, but once you start a life of fighting, can you ever stop?
Red Country, his 6th book is something of a Western apparently, but a further trilogy set in the 1st law world is planned, and I’m looking forward to them already.
(blog review here)
Prime players include Curnden Craw, an old hand whose knees creak everytime he stands up, Prince Calder, the scheming coward out to regain his fathers crown, the brilliant Bremer Dan Gorst, desperately trying to regain the kings favour, Finree, the ambitious generals daughter and the enigmatic Bayaz, who I’m not sure if it would be safer to have on your side or not. Abercrombie takes you down to the dirt and chaos of army life and battle, and where there isn’t really good and evil, just two sides fighting over nothing much.
Some characters return from the 1st Law Trilogy, although it’s been so long since I read them that I couldn’t remember many, and there is a nod to Best Served Cold but this is easy enough to read on it’s own. As with Abercrombie’s books, it is not necessarily what is happening, but who it’s happening too that makes The Heroes great, the dialog in particular is as coarse and sharp as the axehead on the cover, and there were many laugh out loud moments, which reminded me in many ways of Terry Pratchett. Corporal Tunny, one of the best characters in the book, seemed the twin of corporal Nobby Nobs from the Ankh-Morpork watch. Abercrombie certainly has a satirical look at his subjects, but has a lot more grit that the Discworld.
By the end of the final day, there could be some winners, there are certainly a lot of losers, but once you start a life of fighting, can you ever stop?
Red Country, his 6th book is something of a Western apparently, but a further trilogy set in the 1st law world is planned, and I’m looking forward to them already.
(blog review here)
pavram's review against another edition
5.0
Volim kada neko ne glorifikuje rat i ne pravi od konja magarca (u ovom slučaju tehnički suprotno, uz dužno poštovanje magarcu), a fantastika je tome prečesto sklona. Glavni junak, divan čovek sa talonom od circa petsto ubijenih. Ko da klikere skuplja ili juri akcije u Tempu pred praznik. Ali krvoločno. I to je uglavnom stanje stvari u žanru. Sve to veoma imponuje onom „ha-ha nasilje je kul“ delu osobe, ali pobogu, ljudi umiru iovako, mnogo li je tražiti da bar umru na miru a ne kao kod Tarantina (...reče čovek koji nastavlja da čita bogaoca fantastike)?
E pa kod Aberkrombija nije baš tako. Svi umiru vrlo brutalno i eksplicitno, što jes jes, ali nije to čin nikakvog herojstva, nema slave, nema ničega lepog, ničega velikog. Takav tonalitet je karakterisao i originalnu trilogiju, kao potpunu subverziju šablona herojske fantastike (posebno primetno u kraju kojeg se i dalje sećam kao da sam ga juče čitao, a ne pre pet godina), ali ona je bila relativno akciono oskudna, više posvećena likovima i donekle narativi (ovde je uopšte nema) nego što je to slučaj sa Junacima, koji su jedna akciona scena na šesto strana (vidi: poslednji Med Meks) sa divnim polemikama ne-tako-junačkih-junaka. Po mom mišljenju najbolja Aberkrombijeva knjiga, sa tačno dovoljnom razmerom eksploaracije (anti) junaka, filmske akcije, ritma pripovedanja i brutalnim sentimentom „zašto mi beše ovo radimo?“. Jer retko kada je razlog dovoljno ubedljiv, ako je uopšte dat.
A tvrdoglavo se sve ponavlja i ponavlja i ponavlja.
5
E pa kod Aberkrombija nije baš tako. Svi umiru vrlo brutalno i eksplicitno, što jes jes, ali nije to čin nikakvog herojstva, nema slave, nema ničega lepog, ničega velikog. Takav tonalitet je karakterisao i originalnu trilogiju, kao potpunu subverziju šablona herojske fantastike (posebno primetno u kraju kojeg se i dalje sećam kao da sam ga juče čitao, a ne pre pet godina), ali ona je bila relativno akciono oskudna, više posvećena likovima i donekle narativi (ovde je uopšte nema) nego što je to slučaj sa Junacima, koji su jedna akciona scena na šesto strana (vidi: poslednji Med Meks) sa divnim polemikama ne-tako-junačkih-junaka. Po mom mišljenju najbolja Aberkrombijeva knjiga, sa tačno dovoljnom razmerom eksploaracije (anti) junaka, filmske akcije, ritma pripovedanja i brutalnim sentimentom „zašto mi beše ovo radimo?“. Jer retko kada je razlog dovoljno ubedljiv, ako je uopšte dat.
A tvrdoglavo se sve ponavlja i ponavlja i ponavlja.
5
the_magpie_reader's review against another edition
5.0
I absolutely loved this book!
The characters, the writing style, the world-building, the plot twists...!
I can't wait to get my hands on the next novel in the series!
The characters, the writing style, the world-building, the plot twists...!
I can't wait to get my hands on the next novel in the series!
brainstrain91's review against another edition
4.0
Three years. This book took me three years. With more than 50 named characters, and a half-dozen different POVs, this is a hard one to break into.
There are moments of absolute brilliance. Abercrombie's fight scenes shine, as always. One chapter has us jumping between characters, familiar and not, from killed to killer, showing the battlefield from every angle. It's incredible, and extremely effective.
The dedication to twisting expectations means that it becomes slightly predictable by the end.
With so, so many characters, Abercrombie struggles to find a voice for them all. The barbaric Northmen in particular frequently lapse into quip-heavy, modern-sounding English, even with a few anachronisms. With the lavish attention to detail in other areas, it's a strange oversight.
It's a remarkable book. Not an easy book, but ultimately worth the effort.
There are moments of absolute brilliance. Abercrombie's fight scenes shine, as always. One chapter has us jumping between characters, familiar and not, from killed to killer, showing the battlefield from every angle. It's incredible, and extremely effective.
The dedication to twisting expectations means that it becomes slightly predictable by the end.
With so, so many characters, Abercrombie struggles to find a voice for them all. The barbaric Northmen in particular frequently lapse into quip-heavy, modern-sounding English, even with a few anachronisms. With the lavish attention to detail in other areas, it's a strange oversight.
It's a remarkable book. Not an easy book, but ultimately worth the effort.
aholme's review against another edition
dark
reflective
tense
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.25
Better than I was expecting for a battle focused book, but Still like other books from the series more
scmarenger's review against another edition
adventurous
dark
funny
tense
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.5