Chiudo questo romanzo con un peso sul cuore; dopo aver sperato, per pagine e pagine, in un lieto fine, mi ritrovo ad assistere impotente al crollo drammatico di tutte le mie speranze. Eppure lo sapevo che l'ingiustizia era protagonista di questo romanzo e che la sofferenza era l'unico pane di cui l'umanità descritta da Hugo aveva in abbondanza. Ma, a illudermi, è stata quella tranquilla ma profonda felicità che i protagonisti erano riusciti a costruirsi all'interno di una vita costellata di eventi terribili. Una felicità che mi sembrava troppo crudele da togliere a esseri che l'avevano costruita con l'amore e l'umiltà in mezzo a una vita di disgrazie. Mera illusione!  In questo  romanzo che parla dell'ingiustizia e della crudeltà del mondo nemmeno l'unica forza positiva, cioè l'amore, riesce a prevalere sulla tragedia. Tutti gli umili personaggi per i quali speriamo in un riscatto subiscono i colpi della Provvidenza e alla fine ne rimangono annientati. Nessuna conseguenza per i potenti, per gli scellerati che escono impuniti dalle loro malefatte.
Pagine e pagine di parole, elucubrazioni, descrizioni, aneddoti, considerazioni di ogni tipo, curiosità storiche e avvenimenti in apparenza estranei tra loro si intrecciano e si rincorrono  in un racconto in cui piano piano tutti i capi si riannodano ed ogni spiegazione si rivela. Protagonisti indimenticabili i nostri eroi a cui alla fine viene tolta l'unica cosa che avevano e di cui erano completamente paghi cioè il conforto di una famiglia costruita non sui vincoli di sangue ma sulla  generosità, l'eroismo e la bontà di tutti i suoi componenti.
Grandissimo romanzo!!